Gli infortuni sul lavoro: i settori più colpiti secondo i dati diffusi Osservatorio sulla sicurezza


Dal primo gennaio 2010 al venti marzo 2010 sono state 69 le morti sul lavoro, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio sulla sicurezza di Vega Engineering.
Come sempre i settori più colpiti sono l’edilizia e l’agricoltura che insieme superano il 50% del totale dei decessi in Italia, mentre il 30% delle morti è causato dalle cadute dall’alto.
Questo numero, ahinoi, è destinato a salire, come dimostra la cronaca più recente.

morti sul lavoroInfatti solo nei primi giorni di Aprile si è assistito a circa una morte al giorno lungo tutto lo stivale: dalla Lucania, dove il 2 Aprile scorso è morto l’attacchino di manifesti elettorali caduto da un’impalcatura il 22 Marzo, a Firenze in cui un operaio è morto sul cantiere edile per la Variante di Valico della A1, alle morti avvenute il 3 Aprile u.s. rispettivamente nel salernitano, dove un operaio è stato schiacciato da un escavatore mentre lavorava sulla superstrada e nel bresciano dove un muratore è stato anch’egli vittima di uno schiacciamento in un cantiere edile a Soprazzocco di Gavardo in provincia di Brescia.
Per finire con il gravissimo incidente avvenuto nella centrale Enel  di Civitavecchia, in cui un operaio ha perso la vita e tre sono rimasti feriti a seguito della fuoriuscita di anidride carbonica da una tubatura rotta. Questa breve rassegna evidenzia la problematicità del fenomeno e dimostra come ci sia ancora molto da fare in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Gli standards di sicurezza richiesti dalla normativa sono ancora poco applicati sia dalle grandi aziende, che per numero e dimensioni dovrebbero poterle attuare con maggiore facilità, ed aver comunque una sensibilità e attenzione maggiori al problema della prevenzione dei rischi lavorativi, sia dalle piccole imprese, che spesso operano in appalto, all’interno quindi di realtà aziendali più grandi, con la possibilità quindi di usufruire di misure di sicurezza più adeguate.

Tali dati si commentano da soli; infatti nonostante la banca dati Inail sugli infortuni nei luoghi di lavoro riscontri una tendenza al ribasso del fenomeno negli anni 2000, ancora sono troppe le morti sul lavoro.Analizzando in dettaglio le statistiche ufficiali, si registra una diminuzione del 33% tra il 2001 ed il 2008.
La diminuzione è stata continua durante quattro anni ( dal 2001 al 2005), ha poi subito un rialzo nel corso del 2006 ed è nuovamente diminuita nel 2007 e nel 2008, anno in cui si è raggiunto il “minimo storico” di 1120 casi mortali.

Le previsioni Inail confidano in un costante ribasso del fenomeno infortunistico, che dovrebbe attestarsi sotto i mille morti all’anno. Tale prospettiva però è strettamente legata alla attuale crisi economica; infatti la crisi economica che ha colpito l’Italia negli ultimi anni ha provocato un aumento di cassa integrazione, mobilità e chiusure aziendali, nonché quindi un più generale aumento della disoccupazione che hanno inciso profondente sul ribasso delle morti nei luoghi di lavoro. E’ evidente che il trend discendente è relativo e subirà una netta inversione di tendenza non appena la crisi finirà.

L’unico dato in negativo riguarda gli immigrati, che sono i soggetti lavoratori più esposti al rischio morte, tanto che il fenomeno infortunistico rispetto agli stranieri ha registrato un aumento del 15% (dati Inail). Questo dato è di facile interpretazione: sia  perché gli stranieri lavoranti sono utilizzati nei settori merceologici più a rischio infortunio (agricoltura ed edilizia), sia perchè sono i meno formati ed informati in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro.

 


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