Il lavoratore notturno è stressato. Lo stress mette a rischio non solo la sua salute, ma anche la sua sicurezza. Secondo l’ultimo numero del mensile Dati Inail, è elevato il numero di infortuni che si registrano tra i lavoratori notturni, soprattutto nelle fasce orarie che vanno dall’una alle due e dalle cinque alle sei.
Nel 2010 i lavoratori notturni sono stati 1,9 milioni, pari all’8,5% del totale degli occupati. Il 70% è turnista, mentre il restante 30% è impiegato sempre in orario notturno. Le donne raggiungono il 28,6%. Rispetto al 2009, è cresciuto il numero degli infortuni notturni, registrando un aumento pari al 7,2%, mentre nei due anni precedenti era stato registrato un calo. In aumento anche gli infortuni femminili in orario notturno e per i lavoratori immigrati.
Il lavoro notturno viene definito antibiologico in quanto “costringe” il lavoratore a rimanere in piede nelle ore che generalmente passerebbe a dormire. Il carattere antibiologico del lavoro notturno deve essere considerato a tutti gli effetti un elemento di rischio che potrebbe incidere profondamente sulla sicurezza e la salute del lavoratore. Si rende necessario ancora di più che un corso di formazione e informazione per il lavoratore sulla sicurezza sul lavoro venga garantito e fornisca le giuste competenze per la prevenzione e l’intervento.